Wimbledon sta al tennis, come il Gran Premio di S.Vincent al biliardo. Il
Casinò de La Vallée è come l’All England Club di Londra: si respira
un’aria particolare e aleggia un alone di magia attorno ai biliardi. Per
questo vincere qui significa entrare nell’olimpo, scrivere un capitolo
indelebile nella storia della stecca. E non si trionfa per caso. Crotti,
Cavallari, Coppo, Corbellini è più recentemente Caria, Zito, Torreggiani
sono solo alcuni dei nomi dei giocatori che nel corso della carriera hanno
raccolto decine e decine di titoli tra campionati italiani, europei,
mondiali.
E’ la maratona del tavolo verde che ogni anno vede impegnati migliaia di
giocatori. “Il successo della manifestazione – dice Claudio Bono,
presidente nazionale Fibis sezione stecca – è indiscutibile. Il tabellone
dovrebbe prevedere 1024 giocatori. Ma quel tetto viene regolarmente
superato. Due anni fa – ricorda Claudio Bono – furono 1400 i giocatori
presenti. L’anno scorso abbiamo superato quota 1500. Per l’edizione di
quest’anno saranno oltre 1700 gli atleti che si daranno battaglia, circa
il 65% in più rispetto ai numeri di partenza. Il trend di crescita,
quindi, è progressivo. E ciò testimonia il prestigio del Gran Premio di
S.Vincent”.
Dati alla mano, con l’edizione di quest’anno – la ventottesima – si
dovrebbe sfondare il tetto dei 30.000 iscritti. Giocatori che nel corso
degli anni sono venuti qui per realizzare un sogno proibito quasi a tutti.
Nessun evento biliardistico può vantare un tale primato. In una quindicina
di giorni si disputeranno oltre mille incontri, nove ne serviranno al
futuro campione per laurearsi tale. Classe, tecnica, carattere, grinta,
tenuta fisica e mentale e magari un pizzico di fortuna: sono queste le
caratteristiche che è necessario possedere per tutta la durata della
kermesse. Non è concesso nessun passo falso, altrimenti addio sogni di
gloria. Ma alla fine solo uno potrà alzare le braccia al cielo.
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