L'ANGOLO DI CAITI

Bombardi d'Italia
Parla il nuovo campione italiano professionisti 

Fosse stato per gli appassionati che hanno votato sul sito Fibis, per Gianni Bombardi le finali del campionato italiano sarebbero durate ben poco. Giusto il tempo di avvitare la stecca, fare una brevissima comparsa tirando qualche giro, qualche raddrizzo, qualche garuffa. Meritandosi magari come massimo premio qualche applauso dal pubblico. Per poi soccombere inesorabilmente sotto i colpi degli avversari più quotati, o per meglio dire più popolari. Questo perché nel sondaggio della vigilia per esprimere la preferenza sul futuro campione italiano si sono registrati solo una quarantina di "click" in suo favore, contro oltre un centinaio di Zito, Romeo, Quarta e gli ottanta di Belluta. Non deve averla presa tanto bene, Gianni Bombardi, tant'è che per rifarsi ha deciso di giocare le finali, mettere tutti in riga e conquistare il titolo di campione italiano professionisti (quello vero e non quello virtuale). Alla faccia dei sondaggi.


- Una bella rivincita su chi ti dava per spacciato ancor prima di iniziare.
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Ho preso il voto per quello che era. Una cosa divertente e niente di più. Così ho accettato il verdetto senza problemi.

- Non mi dire che non sei stato pungolato nell'orgoglio.
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Certo che sì. Allora mettiamola così: questo titolo è una rivalsa nei confronti di chi non mi dava tra i favoriti. E scherzando direi che ho fatto contenti quei pochi che mi hanno votato. Comunque, vorrei ricordare che nella mia carriera ho vinto circa 130 gare e competizioni tra cui una kermesse internazionale prestigiosa a Valenza Po dove c'erano anche i migliori giocatori argentini, una selezione per i campionati europei, il titolo di campione italiano nella categoria nazionali nel 1998. Non sono certo arrivato alla poule finale a mani vuote.

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Ora parliamo del titolo ancora fresco. Come ci si sente con il gilet fregiato del titolo di campione italiano professionisti? Del resto succedi nell'albo d'oro a Cifalà e Zito. Niente male…
- Sono molto contento. Non c'è dubbio. Anche perché nelle giornate della poule finale mi sono espresso al meglio. Sentivo quella giusta miscela di concentrazione e sensibilità nel braccio che è fondamentale sul tavolo verde. Quando le cose vanno così posso giocarmi le mie carte contro chiunque. E poi non potevo certo farmi scappare la grande occasione.

- Quale grande occasione?
- Ora ti racconto. Nel mio girone mi sono classificato dietro a Zito. Nell'altro invece sono passati Rosanna e Aniello. A quel punto le semifinali erano: Zito-Rosanna da una parte, il sottoscritto contro Aniello dall'altra. Zito e Rosanna giocano prima. Chi va a vincere? Rosanna, contro ogni pronostico. Allora mi sono detto: "caro Gianni, fuori Gustavo non puoi permetterti di buttare via un'occasione simile: sei più forte degli avversari rimasti". E quindi ho cercato di dare il meglio. Anche se nella semifinale con Aniello mi sono complicato la vita e solo grazie a quattro capolavori in sequenza ho rimesso le cose a posto.

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Dicevi che è tutto merito di sensibilità e concentrazione.
- Chiaro. Mi ripeto: sono gli ingredienti fondamentali per eccellere. E più vai avanti con l'età e più difficile mantenerli intatti. Ho 42 anni e ammetto che lottare con i giovani emergenti non è sempre facile. Hanno il fuoco dentro, una sensibilità di tocco viva più che mai. Un esempio su tutti: Andrea Quarta che ha solo 22 anni. Uno spettacolo vederlo giocare.

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Non vorrai farmi credere che sei già nella fase calante della carriera. Proprio ora che sei diventato campione italiano?
- Non voglio dire questo. Il fatto è che bisogna dare fondo a tutte le risorse per prepararsi al meglio in questa competizione. Dall'alimentazione alle ore di sonno, dall'allenamento tecnico a quello fisico. Nulla deve essere lasciato al caso. Insomma, Zito potrebbe scriverci un libro su queste cose.

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Per quanto riguarda i giovani, chi ti ha impressionato quest'anno?
- L'ho già detto. Andrea Quarta. Ha fatto un salto di qualità nell'ultimo periodo davvero eccezionale. L'anno scorso ha vinto il titolo italiano di prima categoria. E' stato promosso nella categoria nazionali. In questa stagione ha sbaragliato letteralmente tutti entrando di prepotenza tra i pro, qualificandosi anche per la poule finale. 

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E' già arrivato ai massimi livelli, quindi.
- Non credo. Ha le potenzialità per migliorare ancora. E saranno tempi duri per tutti. Per ora quello che di lui più mi colpisce è la profonda capacità di concentrazione anche in mezzo alla confusione più totale. Riesce ad isolarsi in modo quasi perfetto dal contesto. Vorrei concludere aggiungendo una cosa.

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Certo, dilla pure.
- In un recente articolo mi hai messo tra i giocatori della vecchia guardia del biliardo italiano. 

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E' così, ma dove vuoi arrivare?
- Hai messo me nella vecchia guardia e hai fatto passare Belluta per un giovincello. Guarda che siamo coetanei!

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Intendevo dire che da molti anni sei al vertice del biliardo professionistico…
- Sarà…