F.I.Bi.S. - SICILIA
IN RICORDO DI GIOVANNI RAGUSA

Non sono bravo a trasmettere le mie emozioni, ma stavolta cercherò di farlo.
E’ il pomeriggio di lunedì 9 luglio e mi trovo a Saint Vincent; come ogni anno festeggiamo i successi degli atleti siciliani ai Campionati Italiani di biliardo sportivo.
Sabato 7 luglio Nicola Sgroi ha vinto il titolo di Campione Italiano di 1^ categoria.
Il giorno dopo un altro atleta siciliano, Marcello Arcieri di Licata (AG) ha vinto il titolo di 3^ categoria, anche se, per motivi di lavoro, quest’anno si è tesserato a Pavia.
Lunedì 9 luglio è la volta degli Juniores e Antonino Zito si classifica al 3° posto conquistando la qualificazione ai Campionati Europei Juniores che si svolgeranno ad aprile 2013 a Brandeburgo in Germania.
Tutti gli atleti siciliani sono felici e si complimentano con me per i risultati sempre lusinghieri della Sicilia, ormai una delle regioni trainanti del movimento biliardistico italiano.
Torno in hotel mi sdraio sul letto soddisfatto del lavoro fin qui svolto. Squilla il cellulare. 
E’ Peppe Crapanzano. Siccome so che deve venire a Saint Vincent con Peppe Noto per partecipare ai Campionati Italiani di 2^ categoria, penso che voglia qualche informazione inerente alla manifestazione e rispondo con tono allegro.
Dall’altro lato mi risponde una voce rotta dall’ emozione, capisco subito che è successo qualcosa di grave ma mai posso immaginare la realtà.
Mi crolla il mondo addosso. Rimango paralizzato sul letto e non riesco a trovare le parole. Peppe capisce il mio stato d’animo e mi chiede scusa per avermi dato una notizia così brutta in un modo così crudo.
In un attimo la notizia si sparge su Saint Vincent, tutti gli atleti siciliani, ma anche gli altri atleti e gli addetti ai lavori, rimangono scioccati e da quel momento tutto cambia.
E’ un frenetico rincorrersi di telefonate, di ricerche su internet a caccia di notizie.
Tutti ripetono la stessa frase: “Se Giovanni fosse venuto a Saint Vincent dove doveva giocare sabato 8 tutto questo non sarebbe successo …”.
Giovanni Ragusa era un ragazzo sveglio, intelligente. 
Appassionato di biliardo era stato uno dei fondatori del circolo “Il massè” di Ribera in provincia di Agrigento, forse l’unica sala della Sicilia che si autofinanzia solo con le quote dei soci e che riesce a farlo solo con 4 biliardi, senza macchinette e senza altre entrate, solo biliardo. 
Un posto dove si respirava l’amicizia, la solidarietà, i valori dello sport al primo posto.
Giovanni quest’anno si era dedicato maggiormente alle gare e aveva battuto un record: aveva vinto tutte le batterie di qualificazione di 3^ categoria alle quali aveva partecipato senza perdere mai un incontro e non è per niente facile.
Aveva ottenuto la promozione in 2^ categoria e si era qualificato per Saint Vincent.
Ma Giovanni non aveva messo il biliardo al 1° posto nella sua vita. Era impegnato nel lavoro, nel sociale, era consigliere comunale, una persona pacata, tranquilla ma sempre disponibile.
L’ultima volta che ci siamo visti a Licata, per le finali di Coppa Sicilia, gli ho chiesto se mi dava una mano a risolvere i problemi della provincia di Agrigento. Mi disse “Presidente, non posso prendermi questo incarico, ho già troppi impegni ma organizzerò una riunione tra i soci del mio C.S.B. e vedremo cosa viene fuori …” 
Detto fatto, mi chiama dopo qualche giorno e mi propone un nome che può mettere tutti d’accordo.
Giovanni aveva messo al 1° posto della sua vita Emanuela, la sua sposa da poco più di un anno, la famiglia che stava costruendo.
Mi telefona: “Presidente mi dispiace ma non potrò andare a Saint Vincent, lunedì devo accompagnare mia moglie ad una visita di controllo aspettiamo un bambino …” “ … mi dispiace Presidente veda se può mandare qualcun altro al mio posto …”
Adesso mi viene ancora più difficile andare avanti.
Che cosa significa tutto questo?
Per chi è credente è facile dire che il Signore si sceglie i migliori e li porta con se accanto a Lui in Paradiso.
Per chi non crede ognuno di noi ha un destino scritto, è tutta una fatalità, una serie di coincidenze.
Per tutti gli altri è un’ arrovellarsi di pensieri senza riuscire a darsi una spiegazione razionale.
Ieri mi telefonano da Ribera, vogliono chiudere la sala, sono distrutti, non riescono ad andare avanti.
Mi ringraziano di tutto, ma di cosa? Non sono nemmeno andato ai funerali.
Cerco di confortarli, di dire loro che Giovanni non avrebbe voluto, che bisogna andare avanti anche per lui.
E adesso sono qui davanti al mio computer a cercare di trattenere le lacrime.

Il Presidente

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